Nel libro “La Quarta Rivoluzione – come l’infosfera sta cambiando il mondo” (2017, Raffaello Cortina Editore), Luciano Floridi, professore a Oxford, rifletteva, ormai qualche anno fa, su come l’enorme massa di dati e informazioni a cui abbiamo accesso continui a crescere e come, sempre più, l’on line si mescoli con la vita reale, tanto che, talvolta, distinguere l’uno dall’altra risulta difficile, anche perché tutti noi continuiamo a interagire nel primo ambito durante le nostre attività nella seconda.
E l’automobile è una parte integrante e significativa di questa continua commistione.
Come dichiarato da Intel, infatti, le auto sono il terzo dispositivo, dopo gli smartphone e i tablet, in termini di connessione e sempre di più lo saranno i nuovi modelli, con dispositivi e app che trovano i distributori più convenienti o parcheggi, che eseguono manovre, che si adattano ai percorsi e così via: per Floridi “I meccanici stanno diventando ingegneri informatici”.
Le auto e i veicoli commerciali più moderni, già adesso, sono dotati di sistemi elettronici di assistenza alla guida non solo per tutelare l’incolumità di guidatore e passeggero, ma anche per migliorare il comfort di guida: supporti non potranno che aumentare nel prossimo futuro.
Insomma, nel nostro mondo in crisi, l’onlife immaginato dal professore potrebbe rivelarsi la base per una nuova crescita anche per i produttori di auto: le automobili del futuro, infatti, non viaggeranno solo sulle strade, ma anche sulle cosiddette autostrade digitali, 5 G in primis.