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La fine dell'auto a combustione minaccia mezzo milione di posti di lavoro in Europa


Tags: Elettrica

La produzione di batterie compenserebbe solo la metà dei posti di lavoro, che oltretutto toccherebbero a lavoratori con un profilo diverso da quelli attuali.

Mentre l'Europa discute se portare a compimento o meno la fine dell'auto a combustione nel 2035, l'industria automobilistica teme che non sarà in grado di adattarsi rapidamente come vorrebbero a Bruxelles. La fine delle auto diesel, benzina e ibride entro il 2035, come proposto a luglio dalla Commissione Europea nel suo pacchetto Fit for 55, potrebbe distruggere più di mezzo milione di posti di lavoro nell'industria ausiliaria automobilistica.

Solo la metà di quei posti di lavoro persi, potrebbe essere compensata con nuovi posti di lavoro impiegati per lo sviluppo di software per veicoli elettrici, l'estrazione di materie prime per le batterie e il loro assemblaggio.

Inoltre, i nuovi posti di lavoro generati dalla transizione, circa 226.000, rientreranno per lo più in profili diversi da quelli che oggi si occupano dell'assemblaggio di attrezzature per auto diesel e benzina.

Le stesse case automobilistiche sono divise sul fatto che il mercato sarà pronto a spazzare via la tecnologia che ha dominato la mobilità per un secolo in soli 14 anni. 

Toyota ad esempio ha annunciato che sarà pronta a raggiungere una riduzione del 100% di CO2 in tutti i nuovi veicoli entro il 2035 nell'Europa occidentale, a condizione che vi siano infrastrutture sufficienti per la ricarica elettrica e l'idrogeno, nonché aumenti della capacità di energia rinnovabile.



Il tema delle infrastrutture è diventato molto importante, insieme agli incentivi per aiutare i cittadini a comprare veicoli che, sono sí ecologici, ma più costosi di quelli convenzionali. 

Questo é un grattacapo per le case automobilistiche e la sfida è ancora più grande per l'industria automobilistica ausiliaria, che impiega 1,7 milioni di persone in Europa. 

La domanda di veicoli alternativi, seppur in crescita, non è per ora molto alta, cosa che ha destato perplessità anche nelle concessionarie. 




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