Dopo il via libera dell’antitrust europeo lo scorso 21 dicembre, è arrivato lunedì anche l’ok degli azionisti di PSA e FCA che sancisce la nascita di Stellantis, di fatto il quarto produttore mondiale di auto con 180 miliardi di fatturato, ben 15 marchi (tra cui Peugeot, Citroën, Opel, Vauxhall, Fiat, Jeep, Chrysler Ram, Lancia e Alfa Romeo), 400.000 dipendenti e 8,7 milioni di vetture prodotte l’anno, in un’operazione presumibilmente si concluderà con la quotazione a fine mese a Milano, Londra e New York.
La sede della nuova società sarà in Olanda e il presidente sarà John Elkann, mentre Carlos Tavares, CEO Psa, sarà l’amministratore delegato della nuova società.
Ufficialmente si tratta di un’aggregazione alla pari, ma, a quanto affermano gli analisti, nei fatti è l’acquisizione del gruppo italo americano da parte di quello francese, non solo perché le autorità olandesi impongono che nei documenti figurino un compratore e un venditore – PSA compra FCA – ma, soprattutto, per la composizione del consiglio d’amministrazione che, se vede una composizione equilibrata dei membri, esprime come CEO l’attuale AD del gruppo francese.
Tra le principali priorità di Stellantis ci sono l’elettrificazione dell’intera gamma, cosa che porterà via non poco tempo, il miglioramento della presenza sul mercato cinese, dove entrambi i gruppi d’origine hanno, oggi, numeri estremamente scarsi, e l’aumento della penetrazione in quello USA, dove l’azienda del Lingotto già ottiene buone performance con Jeep e Ram, mentre la francese è praticamente assente.
Non a caso come responsabile del mercato statunitense è stato scelto Mike Manley, attuale numero uno di FCA con passaporto americano.