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Fiat ecobasic, un auto low cost con materiale reciclabile


Tags: Concept Car

L'auto presentata nel 2000 anticipava il concept dell'auto affidabile dai bassi consumi.

La Fiat Ecobasic era una concept car presentata dalla casa automobilistica italiana al Salone di Ginevra del 2000, e che sintetizzava la sua idea di cosa fosse un'auto low cost costruita con materiali riciclabili. In un momento di incertezza, come il volgere del secolo e il millennio, dobbiamo collocarci in un momento in cui trionfavano le monovolume, con la Fiat Multipla apparsa sul mercato solo pochi anni prima.


Il suo design è opera di Roberto Giolito, del Centro Fiat. Era inquadrato nel segmento A, il più piccolo, come testimoniano i suoi 3.480 mm di lunghezza. La sua configurazione di base era quella di una hatchback a cinque porte, con il motore in posizione anteriore trasversale e la trazione anteriore. Il suo brillante coefficiente di resistenza Cx era 0,28. 


La sua struttura era caratterizzata da leggerezza e resistenza essendo realizzata con diversi elementi sintetici. Per le parti più esposte a piccoli urti e graffi, come paraurti, pannelli porta e parafanghi, è stata utilizzata una plastica pigmentata riciclata che ha preservato il colore in tutta la sua struttura. Mentre per il cofano, il tetto e gli stipiti delle porte é stata utilizzata plastica termoindurente, rigida e leggera allo stesso tempo.

Per i finestrini è stato utilizzato policarbonato trasparente. Inoltre, l'Ecobasic vantava una vernice bicolore, molto prima che diventasse di moda, Fiat sempre leader nelle innovazioni tecnologiche, alcune delle quali appropriate e ottimizzate da altri costruttori. 

Un altro importante progresso nella sua fabbricazione è stato il sistema utilizzato nel processo di verniciatura, la doppia cataforesi. Viene effettuata tramite un processo di immersione completamente automatizzato, ottenendo uno strato di protezione uniforme su tutta la superficie. In questo modo le parti metalliche sono state protette e non è stato necessario verniciarle, con un risparmio energetico del 60%.

Le porte, le parti laterali ed il pavimento erano privi di pannelli. La consolle centrale aveva una struttura tubolare alla quale venivano aggiunti i diversi vani portaoggetti, e nella sua parte centrale erano collocati i comandi di ventilazione, la strumentazione ei comandi del cambio. 


I sedili erano adatti solo a viaggi brevi, e la loro struttura e design era totalmente minimalista, con il telaio ricoperto da fodere poco imbottite o da una semplice rete elastica, come una sedia da spiaggia. I sedili posteriori erano ribaltabili ai lati e all'occorrenza potevano essere rimossi, come quelli anteriori. Il risultato al tatto e alla vista è stato piacevole, divertente da guardare, accattivante e senza fronzoli.


Come motore é stato scelto un diesel a quattro cilindri della famiglia Multijet.

Con questa nuova tecnica è stato possibile ridurre le emissioni inquinanti tra il 30-40% rispetto ai precedenti motori JTD con un aumento delle prestazioni tra il 6-7%, oltre a consumi leggermente inferiori e una minore rumorosità. 


Impiegava 13 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h e 10 secondi per passare da 60 a 100 km/h in quarta e 15 secondi in quinta per lo stesso record. Inoltre, non era molto rumorosa per un diesel, con pochissimo materiale fonoassorbente.



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